BIMESTRALE DI CULTURA E VITA SOCIALE

EDITORE: Associazione ALTRO FUTURO - Cadorago CO - altrofuturo@gmail.com

martedì 8 dicembre 2009

Vincenzo Verga, una passione per la pittura e l’arte e la fortuna di attraversare due secoli di grandi cambiamenti

Viviamo in un’epoca in cui il giovanilismo imperante rende difficile fare tesoro delle conoscenze e delle esperienze dei “vecchi saggi”, che rappresentavano fino a qualche decennio fa un patrimonio estremamente importante della storia soggettiva e collettiva.


Come tanti suoi coetanei, anche Vincenzo Verga, segretario di Murarte (la pinacoteca a cielo aperto di Cadorago), amministratore pubblico negli anni ‘70, si è progressivamente ritirato dalla scena, ma ha mantenuto un rapporto con la società e con il territorio vivo e curioso, al punto da arrivare a costituire, proprio qui, una piccola scuola di pittura gestita da alcuni artisti di fama internazionale, come Vanni Saltarelli, che coinvolge oggi quasi 50 partecipanti. E proprio con Vincenzo Verga - al quale vanno i nostri migliori auguri di buon compleanno, appena passato - abbiamo voluto realizzare la prima delle interviste che “La Gallina Domani” pubblicherà in ogni numero, andando a trovare quelle figure che a vario titolo – e con modalità anche molto diverse - hanno segnato la storia della nostra comunità.


Domanda: Per una volta tanto, cominciamo dalla fine, ovvero quali sono gli insegnamenti fondamentali ricevuti nel corso della sua vita?
Risposta: Prima di tutto devo sottolineare che mi ritengo assolutamente fortunato per avere avuto la possibilità di attraversare il 20° e il 21° secolo, potendone osservare i grandi cambiamenti epocali che hanno segnato la società: il superamento di due guerre mondiali e di regimi totalitari, la rinascita di sistemi sociali ed economici più aperti, la diffusione di strumenti tecnologici che possono permettere di superare le barriere, una maggiore possibilità di accesso a patrimoni informativi impensati fino a qualche tempo fa, e altro ancora.
Tutto questo, dunque, fa parte del mio patrimonio personale, conquistato grazie alla passione, all’interesse per le cose semplici e per le cose belle che ho cercato di mettere nella mia vita.

Domanda: Da dove è nata, allora, la passione per la pittura e l’arte?
Risposta: Mio padre è morto a 40 anni, quando io ne avevo otto, e malgrado la mia grande passione per la pittura e l’arte, per necessità mi sono trovato a seguire degli studi che mi permettessero di raggiungere velocemente uno sbocco professionale; quindi ho frequentato l’avviamento industriale a Como e poi l’Istituto Radiotecnico serale a Milano.
Ma proprio durante l’avviamento industriale, per poter partecipare a un concorso tra le varie scuole di Como, ho potuto concentrarmi per un intero trimestre sul disegno, per realizzare un’illustrazione a carboncino di 2-3 metri che esemplificava il ciclo di lavorazione della lana, a partire dalla pecora fino ad arrivare al tessuto e un’altra illustrazione sulle miniere.

Domanda: E qui sorge spontanea la domanda da dove ha preso avvio, dunque, Murarte?

Risposta: tra il 1968 e il 1969, grazie anche alla passione per la pittura di altri cittadini di Cadorago, come il dottor Invernizzi e don Pietro Della Vedova, è nata l’opportunità di lanciare un’iniziativa, che si chiamava “Premio di pittura Cadorago”, che si avvaleva della disponibilità di uno spazio fisico – il negozio di apparati elettrici che nel frattempo avevo aperto – e del supporto economico di una serie di aziende.
Già a partire dal 1970-1971 con il supporto dell’EPT (Ente Provinciale del Turismo) di Como e l’interessamento di alcune altre persone radicate a Cadorago, la manifestazione si è estesa ed è diventata il Premio Lario Cadorago, con una mostra organizzata nello spazio del Broletto.
Ciò che in effetti interessava i partecipanti al Premio era anche l’alto livello dei componenti della giuria, della quale hanno fatto parte artisti come Aligi Sassu, Salvatore Fiume, e molti altri, tanto che nell’edizione del 1981 – tenutasi a Villa Olmo – era stato possibile esporre ben 3800 opere di grafica provenienti da tutto il mondo.
In occasione del ventennale della manifestazione – nel 1988 – siamo riusciti ad avere la presenza dei 200 artisti che avevano partecipato nel corso degli anni e abbiamo raccolto un monte premi di ben 100 milioni di Lire.

Domanda: Qual è stato il momento di svolta che ha fatto nascere Murarte, nella sua espressione attuale?
Risposta: E’ nel marzo del 1990 che nasce l’idea di trasformare la manifestazione in Murarte, chiedendo ai nostri concittadini di mettere a disposizione degli artisti le facciate delle proprie abitazioni per i dipinti, che inizialmente erano realizzati su pannelli.
Da quel momento Murarte ha avuto anche il riconoscimento delle diverse amministrazioni locali che si sono succedute, ha visto aumentare in maniera esponenziale il numero delle opere, che sono oggi oltre 300, eseguite da 233 artisti nazionali ed internazionali (12 le nazioni rappresentate) e che spaziano dalla pittura alla scultura alla ceramica; in particolare, le opere pittoriche abbracciano differenti tecniche di esecuzione comprendenti affresco, graffito, ecc.
Le primissime opere necessitano oggi di manutenzione e proprio la neonata scuola di pittura può essere lo strumento per recuperarle e poi esporle in un luogo protetto, come potrebbe essere l’area dell’ex-Tessitura Sonvico.
La realizzazione, nel 1992, di tre opere pittoriche da parte degli artisti cecoslovacchi Pavel Hogel, Marek Trizuljak e Petr Zlamal ha dato anche ii via ad un sodalizio artistico tra gli artisti dei due paesi, tanto che nel 2001 Vincenzo Verga e un gruppo di artisti italiani sono stati invitati a Namest' Na Hane' (Repubblica Ceca) per realizzare le loro opere pittoriche e porre così le basi per la nascita di un’iniziativa simile a Murarte nella neonata Repubblica Ceca

Ancora oggi il lavoro degli artisti prosegue, ed ai primi di questo novembre, al numero 21 di via Garibaldi, in pieno centro di Cadorago, sulla parete di una casa ristrutturata è apparsa una grande meridiana con la scritta centrale “Sine sole sileo” (senza sole sono spento), realizzata da Fabrizio Vendramin e Tullo Ficcarelli, discepolo di Vanni Saltarelli.

Domanda: Nel corso degli anni ha avuto occasione di incontrare personaggi anche molto importanti, che l’hanno aiutata a portare avanti un’iniziativa come Murarte, ma quali sono stati gli insegnamenti più significativi, dal punto di vista umano?
Risposta: la mia vita è stata segnata inizialmente da difficoltà oggettive, come il fatto che mia madre sia rimasta vedova con un figlio piccolo da crescere, il fatto di non aver potuto seguire le mie inclinazioni naturali negli studi, ecc., ma sono poi sempre riuscito a trovare grande solidarietà e aiuto da parte di persone di varie appartenenze e collocazioni sociali.
Certo, anche per noi, negli anni ’50 e ’60 la prima Vespa e poi la prima macchina (una giardinetta di legno) sono stati ovviamente degli “oggetti del desiderio”, ma quello a cui abbiamo sempre fatto riferimento è stato il valore vero della semplicità e dell’umiltà.
Una raccomandazione che mi sento di fare ai giovani, che oggi hanno apparentemente tutto e anche di più, è quella di guardare sempre oltre, di valorizzare anche le loro doti che oggi sembrano “disvalori”, perché è solo lavorando su di sé, aprendosi alla partecipazione e alla condivisione con gli altri, che si concretizzano sogni e passioni che saranno la vera ricchezza anche di una serena vecchiaia.

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