Ebreo, ottobre 1943
Mio padre offrì ospitalità a una giovane famiglia di contadini (padre, madre e figlio di otto anni) che lavorava nella tenuta agricola Porro-Lambertenghi di Cassina Rizzardi (oggi sede del centro Socio Educativo).
La sera dividemmo con loro la cena, era una semplice zuppa. Dormirono con noi, in spazi ristretti. Io, il padre e il piccolo in un unico letto da una piazza e mezza.
Prima di coricarci, mio padre mi disse che al mattino doveva accompagnarli sulla strada verso Appiano Gentile, perché volevano raggiungere il confine svizzero.
Al mattino presto li accompagnai fuori paese e domandai loro perché fuggivano. Erano ebrei croati e quindi ricercati dal regime fascista.
Chiesi il loro nome prima di lasciarli, raccomandando anche di stare nei campi e non sulle strade, evitando così le pattuglie di controllo.
Mirko Stanic, mi rispose il padre e mi promise che sarebbero tornati per incontrarci. Non li ho più rivisti. Fui sgridato da mio padre perché avrei dovuto accompagnarli più avanti e il dubbio che ancora oggi mi assale è che non abbiano potuto raggiungere il confine svizzero.
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